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Brexit: l’Unione Europea dice sì

RistrettoIl 25 novembre i leader europei hanno approvato l’accordo sulla Brexit raggiunto tra il Regno Unito e l’UE. Ora la palla passa al Parlamento di Londra, ma la partita è tutt’altro che chiusa

Domenica 25 novembre i leader europei, riuniti a Bruxelles hanno approvato la bozza di accordo tra Bruxelles e Londra sull’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea.
A questo punto, e salvo improbabili sorprese da parte del Parlamento Europeo, la palla passa al Regno Unito. A dicembre la Camera dei Comuni britannica sarà chiamata a votare l’accordo. Tuttavia, al momento sembra difficile che l’intesa possa passare, visto che il partito conservatore è spaccato e laburisti, nazionalisti scozzesi, liberal-democratici e unionisti nord-irlandesi sono apertamente contrari.

L’accordo prevede che il Regno Unito verserà nelle casse dell’Unione circa 40 miliardi di euro. Per quanto riguarda l’immigrazione, la situazione per i 3 milioni di cittadini europei nel Regno e per il milione di cittadini britannici nell’UE non cambierà almeno fino al 2021. Sempre fino al 2021 (almeno), cioè fino alla fine del periodo di transizione, le relazioni tra il Regno Unito e l’Unione rimarranno inalterate.

Il punto più critico è stato (ed è) l’Irlanda del Nord. La volontà di non imporre barriere fisiche in Irlanda, per rispettare gli accordi del Venerdì santo (che misero fine ai Troubles), cozza con la volontà del Regno Unito di negoziare un accordo di libero scambio con l’UE e di non creare un doppio standard tra l’Irlanda del Nord e il resto del Paese. L’unica soluzione sembrerebbe allora essere la creazione di un’unione doganale tra il Regno e l’UE, ipotesi che però comporterebbe pesanti vincoli per Londra.

Davide Lorenzini

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Davide Lorenzini
Davide Lorenzini

Sono nato nel 1997 a Milano, dove studio Giurisprudenza all’Università degli Studi. Sono appassionato di politica internazionale, sebbene non sia il mio originario campo di studi (ma sto cercando di rimediare), e ho ottenuto il diploma di Affari Europei all’Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI) di Milano. Nel Caffè, al cui progetto ho aderito nel 2016, sono co-coordinatore della sezione Europa, che rimane il mio principale campo di interessi, anche se mi piace spaziare.

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