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Ruanda: la conferenza IPAD e il futuro dell’Africa Orientale

Il 1° novembre, in Ruanda, sarĂ  inaugurata la terza edizione del forum su energia e infrastrutture, che coinvolgerĂ  tutti gli Stati dell’Africa Orientale e che rappresenterĂ  un trampolino di lancio per un ulteriore futuro sviluppo della regione.

IPAD ALLA TERZA EDIZIONE – Il prossimo primo novembre si aprirĂ  a Kigali, capitale del Ruanda, la terza edizione del forum IPAD su energia e infrastrutture. Il forum, che durerĂ  due giorni, costituisce un evento fondamentale per lo sviluppo economico, tecnologico e infrastrutturale del Paese e dell’intera regione dell’Africa orientale, favorendo l’incontro di vari investitori, costruttori e aziende tecnologiche ed energetiche provenienti da tutto il continente e dal resto del mondo. La manifestazione, che verrĂ  inaugurata dal discorso di apertura del ministro delle Infrastrutture James Musoni, sarà  ufficialmente sponsorizzata dall’azienda energetica statale Rwanda Energy Group (REG), dal Ministero delle Infrastrutture e dal Rwandan Development Board.

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Fig. 1 – Il presidente del Kenya, il presidente dell’African Development Bank, il ministro delle finanze ruandese Claver Galete e il primo ministro etiope Hailemariam Desalegn si incontrano durante il World Economic Forum, svoltosi a Kigali a maggio 2016. Il tema del 26° WEF è stato “Connettere le risorse africane attraverso la trasformazione digitale” 

Jean Bosco Mugiraneza, l’amministratore delegato del REG, ha dichiarato che il passato successo della manifestazione ha convinto sia la sua azienda che il Governo ad approvare la prossima edizione,  aggiungendo anche che «la due giorni fornisce l’accesso di investitori internazionali e locali, finanzieri, sviluppatori di progetto e consulenti tecnologici al mercato ruandese. Le opportunitĂ  di networking previste e la possibilitĂ  di attrarre capitali esteri per sviluppare il piano energetico e infrastrutturale ruandese necessitano del nostro continuo sostegno».

UNA REGIONE IN CRESCITA – Negli ultimi anni le economie degli Stati dell’Africa orientale stanno giocando un ruolo sempre piĂą importante nel guidare la crescita continentale, attraendo capitali esteri e investendo in infrastrutture, agricoltura e tecnologia. Secondo un rapporto del Fondo Monetario Internazionale, quest’anno, Kenya, Ruanda, Tanzania e Uganda chiuderanno con un incremento del PIL pari o superiore al 5%.
In Kenya, la piĂą grande economia regionale, il Governo sta investendo circa 3,2 miliardi di dollari per completare entro il prossimo anno il collegamento ferroviario tra la cittĂ  portuale di Mombasa e la capitale Nairobi. In piĂą prevede di ampliare la rete stradale di 10mila chilometri entro quattro anni.

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Fig. 2 – Operai impegnati nella costruzione della linea Mombasa-Nairobi Standard Gauge Railway (SGR) a Tsavo, in Kenya. La rete ferroviaria, finanziata dalla Cina, offrirĂ  un’ottima alternativa al trasporto stradale, riducendo i tempi di trasporto di beni e persone in tutto il quadrante geografico dell’Africa orientale

Anche la Tanzania si sta attrezzando: entro il prossimo anno, il Governo prevede di inaugurare il porto di Bagamoyo, e intende finanziare l’apertura di nuove fabbriche e aziende agricole con i ricavi ottenuti dalla  vendita di gas naturale rinvenuto al largo delle sue coste.
L’Uganda si prepara a diventare un produttore di petrolio entro il 2020 e attende investimenti esteri pari a  8 miliardi di dollari. Da parte sua il Ruanda mira a diventare un importante centro finanziario e congressuale, attraverso la riduzione della burocrazia e l’aumento dell’accesso a internet ad alta velocitĂ . Inoltre il Governo sta studiando un piano per accrescere e migliorare la rete stradale e la fornitura di energia elettrica. 

SVILUPPO TECNOLOGICO – La maggior parte dei capitali esteri in Africa orientale è, quindi, diretta verso il settore terziario.
Secondo uno studio della societĂ  di consulenza EY, nel 2015 quasi la  metĂ  degli investimenti erano indirizzati verso tecnologia, telecomunicazioni e servizi finanziari, mentre l’importo dedicato a petrolio, gas e miniere è sceso drasticamente fino a rappresentare solo il 6% del totale.
Michael Lalor, responsabile di EY in Africa ha commentato il dato: «C’è stato un grande movimento di capitali. Da un focus quasi esclusivo sui settori estrattivi siamo passati a un maggiore interesse verso tecnologia ed energie rinnovabili, con una base crescente di consumatori che spinge in questa direzione».
Anche i colossi tecnologici americani si sono affacciati a cercare opportunitĂ  nella regione. Questo mese Mark Zuckerberg si è recato in Kenya e Nigeria per la sua prima visita in Africa sub-sahariana, mentre Oracle ha dichiarato che l’Africa è un mercato prioritario. Anche Uber si sta espandendo in quasi tutto il continente. Lanciato in Sud Africa nel 2013, in tre anni  è riuscito a penetrare in Nigeria, Ghana, Uganda, Tanzania, Kenya, Marocco ed Egitto. L’amministratore delegato Travis Kalanick è arrivato ad affermare che, insieme a Cina e India, il continente è un mercato fondamentale.

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Fig. 3 – Un giovane ingegnere tecnologico lavora dal suo laptop dalla sede di i-Hub technology innovation center a Nairobi, Kenya. Le nuove tecnologie si espandono sempre piĂą nel settore dell’attivismo sociale e dell’informazione geospaziale, come Ushahidi, il software permette di condividere informazioni e mappe interattive per prevenire i conflitti e intervenire prontamente in situazioni di disastro

SVILUPPO ENERGETICO – Anche nel campo energetico gli stati dell’Africa orientale hanno compiuto notevoli passi in avanti, creando nel 2005 un’organizzazione regionale chiamata Eastern Africa Power Pool (EAPP), che aiuta i Paesi membri nello sviluppo e nello scambio di risorse energetiche, attraverso interconnessioni  regionali.
L’Etiopia è lo stato che ha compiuto i maggiori passi in avanti nel settore, soprattutto riguardo alla produzione di risorse rinnovabili e di energia idroelettrica, destinata a crescere sempre piĂą nei prossimi anni una volta che verrĂ  completata la costruzione della diga sul Nilo (Grand Ethiopian Renaissance Dam, GERD).

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Fig. 4 – La commissione tecnica tripartita riunita a Khartoum per discutere il progetto della Grand Ethiopian Renaissance Dam (GERD). Al termine dei lavori sarĂ  la diga piĂą grande d’Africa: lunga 1800 metri, alta 175 e del volume complessivo di 10 milioni di mÂł

Attualmente, l’Etiopia produce circa 6mila mega watt di potenza, parte dei quali sono reindirizzati ai Paesi confinanti: a inizio settembre la Tanzania si  è dichiarata disposta ad acquistare 400MW, mentre il Kenya sta ultimando la costruzione di un condotto di trasmissione che permetterĂ  a Nairobi di importare energia da Addis Abeba. Anche Burundi e Ruanda hanno espresso il loro interesse ad allacciare la propria rete con il grande Paese africano.
Non c’è dubbio che anche dal punto di vista energetico i Paesi dell’Africa orientale stanno cementando la loro unione, rafforzando la reciproca cooperazione, e lavorando congiuntamente per lo sviluppo e la prosperità della regione.

Matteo Nardacci

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in piĂą

Qui è possibile consultare il sito dell’evento IPAD Rwanda.[/box]

Foto di copertina di Alex Niragira Rilasciata su Flickr con licenza Attribution-NoDerivs License

 

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Matteo Nardacci
Matteo Nardacci

Nato a Priverno (LT) nel 1991, mi sono laureato presso l’UniversitĂ  statale di Milano in Scienze internazionali e istituzioni europee. Dopo la laurea ho vagabondato per alcuni mesi nel Sud-Est Asiatico e successivamente mi sono trasferito a Berlino per conseguire un master in Economia internazionale e diplomazia. Le mie grandi passioni sono il calcio, la letteratura e naturalmente la geopolitica.

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