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Le spie del Cremlino: l’intelligence russa sotto Putin

AnalisiI servizi segreti russi hanno una storia lunga e una struttura complessa. Nei prossimi anni potrebbero conoscere importanti cambiamenti volti a preservare gli assetti di potere nazionali emersi durante la presidenza di Vladimir Putin.

LA NASCITA DELL’INTELLIGENCE MODERNA IN RUSSIA

Nato il 20 dicembre 1917, poco dopo la Rivoluzione d’Ottobre, il sistema di intelligence della Federazione Russa ebbe origine quando Lenin affidò al rivoluzionario bolscevico Dzerzinski il compito di istituire la CEKA (Commissione Straordinaria pan-russa e corpo di polizia politica) per combattere la controrivoluzione, la speculazione e il sabotaggio. La CEKA fu antesignana del KGB, Comitato per la Sicurezza dello Stato, nonchè il primo sistema di polizia segreta istituito per il Governo post-rivoluzionario dei Soviet.
Molti identificano i Servizi Segreti sovietici con il KGB.  In realtà, sin dagli anni immediatamente successivi alla Rivoluzione di Ottobre il KGB si è dedicato in maniera particolare allo spionaggio interno e si è sciolto l’11 ottobre 1991 dopo il tentato colpo di Stato contro Gorbachev, motivo per cui il KGB è stato sostituito da due nuove entità ancora oggi attive nell’attuale Federazione Russa, l’FSB e il SVR.

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Fig. 1 – Il palazzo della Lubyanka a Mosca, famigerata sede del KGB durante l’epoca sovietica e oggi direttorato del Servizio di Sicurezza Federale russo (FSB)

LE PRINCIPALI ISTITUZIONI DELL’INTELLIGENCE RUSSA

I servizi segreti russi hanno un’articolazione più complessa di come appaia dalle notizie pubblicate dagli organi di informazione. Individuiamo infatti:

  • Il SVR, il Servizio di Informazioni Estere, opera all’estero e si occupa della raccolta di informazioni utili per la politica estera nazionale. Le agenzie di sicurezza russe non si limitano a informare la politica estera nazionale (ambito in cui hanno un’influenza determinante); sono anche attive all’estero, reprimendo il dissenso, sostenendo gli interessi economici nazionali all’estero.
  • L’FSB, il Servizio di Sicurezza Federale, è il principale servizio di sicurezza interna russo, erede dei Direttorati Principali del KGB. L’FSB è senza dubbio la principale agenzia d’intelligence russa, non da ultimo grazie alla sua stretta relazione con il Presidente Putin, che l’ha diretta dal 1998 al 1999. Ha competenza principalmente in tema di sicurezza interna e controspionaggio, ma negli ultimi anni è andata acquisendo anche limitate capacità di intelligence esterna.

Gli altri organismi di cui si compone la comunità intelligence russa sono:

  • Il GUSP, il Comitato di esperti a difesa della Pace, responsabile della protezione dei bunker e di altri allestimenti sotterranei destinati a garantire la sopravvivenza del Governo in caso di guerra nucleare. Dipende direttamente dal Presidente e non è soggetto a controllo parlamentare.
  • L’FSO, il Servizio Federale di Protezione, ha il compito di protezione dei vertici del Governo. Dal FSO dipende il Servizio di Sicurezza del Presidente (SBP) dedicato alla protezione specifica del Presidente russo, che ha un suo servizio di analisi della minaccia nei confronti della personalità. Ha 20mila unità dotate di potere di sorveglianza e perquisizione senza mandato, nonché di arresto.
  • La FAPSI, l’Agenzia Federale per le comunicazioni e l’informazione governativa, sciolta nel 2003 e oggi sostituita da specifici dipartimenti di FSB, SVR e FSO. Si occupava sia di questioni interne che estere, e di affittare frequenze di comunicazione a compagnie nazionali e straniere.  
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Fig. 2 – Il Ministro dell’Interno Vladimir Kolokoltsev (a sinistra) insieme ad Alexander Bortnikov, attuale capo dell’FSB, durante una riunione del Consiglio di Sicurezza russo

L’INTELLIGENCE NEL SISTEMA DI POTERE PUTINIANO

Descritto spesso come il nuovo zar, Putin in realtà dirige un insieme di poteri formali e informali che sostengono l’intera struttura statale.
Vladimir Putin, ex ufficiale del FSB, nominato prima come Primo Ministro della Federazione e poi come Presidente nel 1999, su iniziativa di Boris Eltsin, ed eletto nel 2000 a livello plebiscitario con il 55% dei voti, adotta immediatamente una linea fortemente demagogica riuscendo a guadagnarsi la fiducia dell’opinione pubblica e dello stesso Eltsin.
Tutto ciò ha garantito una grossa stabilità al potere di Putin.
La stampa parla, infatti, di un legame imprescindibile tra il Putin Presidente e il Putin collettivo, ovvero l’insieme delle persone e delle strutture che dirigono il Paese.
Il Presidente si avvale da sempre di strutture formali (l’amministrazione presidenziale, il Governo federale, quelli regionali, le agenzie statali: la macchina che almeno in teoria lavora alla luce del sole) e contemporaneamente di poteri informali, in sostanza gli oligarchi che gravitano intorno al Presidente, la cosidetta “Neonomenclatura russa”. I poteri formali amministrano lo Stato, mentre i poteri informali intervengono su richiesta per rispondere alle necessità della presidenza.
Con la nomina a Presidente del suo fedelissimo Dmitrij Medvedev, il 7 maggio 2008, Putin viene scelto per la carica di Primo Ministro della Federazione Russa, nuovo ruolo che gli permetterà di mantenere una posizione centrale nella vita politica russa e di riconfermarsi nel 2012 come Presidente della Federazione Russa, dato che, per mezzo di decreti governativi, mantiene intatte molte delle sue vecchie competenze.
Per il futuro Putin è al lavoro per il «dopo se stesso». Più che trovare un successore, Putin mira a forgiare una generazione di putiniani che gestiscano il Paese dopo di lui. L’obiettivo di Putin è ridefinire la «generazione putiniana» per far sì che la Russia continui a funzionare con il sistema da lui messo in piedi. Ma l’opera è solo all’inizio.

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Fig. 3 – Putin stringe la mano ad alcuni agenti dell’FSB stazionati in Cecenia

Il quotidiano russo Kommersant ultimamente ha riportato che Putin starebbe accarezzando l’idea di unificare diverse agenzie di sicurezza – il suddetto FSB, il Servizio di intelligence estera (SVR) e il Servizio di protezione federale (FSO), creando un unico Ministero onnicomprensivo.
Che Putin pensi a un’ulteriore drastica riorganizzazione dell’apparato di sicurezza statale non è quindi né inaspettato, né inverosimile. Al contempo sarebbe una novità di portata eccezionale dal punto di vista simbolico e da quello pratico rispetto alle presidenze precedenti, ma non sul piano storico. Se effettivamente la Russia ridesse vita all’MGB, il Ministero per la Sicurezza statale, resuscitando un’agenzia unitaria ed efficace che gestisse ogni aspetto della sicurezza statale e accorpasse anche le agenzie per il controllo delle migrazioni e dei narcotici (FMS e FSKN), sarebbe difficile negare un evidente ritorno alla tradizione sovietica.

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Maria Pia Locantore
Maria Pia Locantore

Laureata in Scienze Politiche – Relazioni Internazionali presso la LUISS Guido Carli nel 2013. Dopo la laurea magistrale ho avuto esperienza come interprete, articolista e reporter. Nel 2012 ho collaborato con il Ministero degli Esteri nella sezione Cooperazione allo sviluppo per la stesura di un articolo scientifico e appreso gli strumenti necessari per intraprendere un lavoro di ricerca, dalle fasi del reperimento del materiale bibliografico fino alla fase di analisi dei dati e di scrittura. A luglio ho concluso un Master in Geopolitica ed Intelligence con una tesi che mi ha consentito di studiare l’attuale scenario istituzionale russo

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