In 3 sorsi – L’Eurogruppo ordinario dello scorso 24 maggio è stato tutt’altro che banale. Durato più di dieci ore e terminato a notte fonda, ha prodotto dei risultati notevoli, frutto della contrattazione tra Grecia, Europa e FMI.
È stata concessa una tranche da 10,3 miliardi di euro contro i 5,7 richiesti da Atene nella riunione straordinaria del 9 maggio e, inoltre, il “braccio di ferro” sul taglio del debito pubblico ellenico si è concluso con un importante pareggio: il FMI ha ottenuto il taglio, però questo sarà operato alle condizioni dell’Europa e a partire dal 2018.
1. I FRUTTI DEL COMPROMESSO – In base al comunicato stampa, l’Eurogruppo si è dichiarato soddisfatto dei progressi mostrati dalle autorità greche – in linea con le dichiarazioni finali dell’incontro del 9 maggio.
A seguito della piena attuazione di Atene di tutte le azioni raccomandate, lo European Stability Mechanism (ESM) è stato autorizzato ad attivare il protocollo d’intesa supplementare, e quindi a versare la seconda tranche del programma di aiuti. Quest’ultima – pari a 10,3 miliardi di euro – sarà erogata in diversi esborsi, a partire da una prima tranche di 7,5 miliardi nel mese di giugno, per coprire il debt servicing e gli arretrati con i creditori. Le erogazioni successive saranno sbloccate dopo l’estate.
L’Eurogruppo ha riconsiderato la sostenibilità del debito pubblico greco, prendendo l’impegno di valutarla in riferimento a un nuovo gross financing needs (GFN) – il peso complessivo dell’attuale passivo di bilancio più quello del rollover del debito in scadenza nell’anno in corso. Secondo lo scenario ipotizzato, il GFN dovrebbe rimanere al di sotto del 15% del PIL nel corso del periodo di medio termine di post-programmazione, mentre dovrebbe restare al di sotto del 20% del PIL nel prosieguo. Questo significa che l’Europa ha acconsentito a tagliare il debito pubblico greco a partire dal 2018 – come richiesto da mesi dal Fondo monetario internazionale (FMI).
È stata ufficializzata la nascita del Meccanismo di contingenza automatico introdotto nell’ultima riunione – condizione accettata da Atene –, ed è stato inoltre ribadito il ruolo di osservatore dello Eurogroup Working Group (EWG). Infine è stato ricordato l’obiettivo di medio termine, ovvero l’avanzo primario del 3,5% del PIL che Atene dovrà conseguire a partire dal 2018.
Fig. 1 – Il ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos e il commissario Pierre Moscovici
2. UN ACCORDO COMPLESSO – Sulla base del successo della prima revisione e dopo l’accordo sulla riduzione del debito pubblico, l’Eurogruppo ha elogiato l’intenzione del FMI di raccomandare al proprio Executive Board l’approvazione di un accordo finanziario, prima della fine del 2016, atto a sostenere l’attuazione delle riforme fiscali e strutturali concordate in Europa. Questa iniziativa sarà basata su una nuova Debt Sustainability Analysis (DSA) e sulla valutazione proprio delle possibili misure di “alleggerimento” del debito. Quest’ultime saranno consegnate dal Board al FMI alla fine del programma, a metà del 2018, però saranno determinate dall’Eurogruppo – in collaborazione con le varie istituzioni europee. Poul Thomsen – il capo del Dipartimento Europeo del FMI e chiamato recentemente in causa da Julian Assange – ha accolto con calore la presa di coscienza dell’Eurogruppo, sul fatto che il debito greco sia insostenibile. Ha sottolineato anche l’impegno del FMI a concedere di attuare le misure di riduzione del debito dopo la fine del programma di aiuti e non durante – come espressamente preteso sin dall’inizio del terzo piano di salvataggio. Ha tuttavia ribadito che l’eventuale benestare sarà concesso solo se la proposta dell’Europa sarà considerata convincente. Per quanto lo stesso Thomsen abbia riconosciuto che la natura delle misure di “alleggerimento” e rollover del debito siano ancora delle mere ipotesi, il 23 maggio il FMI ha diffuso la sua DSA preliminare, tracciando di fatto un sentiero-guida.
Fig. 2 – Il parlamento greco approva un ulteriore pacchetto di riforme il 22 maggio, prima del vertice dell’Eurogruppo
3. CONVENEVOLI FORZATI O SINCERA GRATITUDINE? – Jeroen Dijsselbloem – presidente dell’Eurogruppo e del Consiglio dei governatori dello ESM – ha dichiarato soddisfazione per i risultati ottenuti nell’incontro. Ha inoltre offerto i suoi ringraziamenti al ministro delle Finanze greco Euclid Tsakalotos per la sua proficua collaborazione. Pierre Moscovici – commissario europeo per gli Affari economici e monetari – ha elogiato la guida di Dijsselbloem. Si è poi complimentato con la Grecia, sottolineando il senso di responsabilità di Atene, dimostrato anche con l’adozione di due pacchetti di misure che considera tanto dolorose quanto essenziali: la riforma delle pensioni e l’adozione di imposte sul reddito – approvate dal parlamento greco l’8 maggio e presentate all’Eurogruppo straordinario del 9 maggio –, che assieme hanno un impatto equivalente al 2% del PIL. Moscovici inoltre ha sottolineato l’importanza del benestare che Atene ha concesso alla costituzione del Meccanismo di contingenza automatico.
Claudio Cherubini
[box type=”shadow” align=”” class=”” width=””]Un chicco in più
Il 24 maggio l’Eurogruppo non si è occupato soltanto della Grecia. In agenda erano compresi:
- un dibattito sulle Spring forecast, in merito alla situazione dell’economia europea, alle sfide politiche, al rafforzamento della crescita economica e alla creazione di posti di lavoro;
- la quinta revisione del programma di post-sorveglianza della Spagna. [/box]
Foto: quapan