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Brasile: anatomia di un impeachment

Dopo l’apertura della procedura d’impedimento da parte della Camera, di domenica scorsa, il processo d’impeachment passa al Senato, il quale dovrà decidere le sorti della presidente Rousseff.

IL VOTO – La Camera dei Deputati brasiliana durante la votazione per l’approvazione dell’apertura del processo d’impeachment a Dilma Rousseff, si è trasformata in una sorta di “circo” istituzionalizzato. ”Per Paulo e Roberto”,”Per mia nonna di 93 anni che sta a casa”,”Contro il comunismo”, queste solo alcune delle grottesche dichiarazioni di voto dei deputati favorevoli all’impeachment. Dediche su dediche, figlie di una demagogia lontanissima dal merito di una questione di vitale importanza per qualsiasi paese quale l’allontanamento dal proprio incarico di un presidente della repubblica. In questo clima, domenica scorsa, la camera bassa ha approvato per 367 voti favorevoli e 137 contrari (146 considerando astensioni e assenze) su un totale di 511, la mozione favorevole all’apertura della procedura dell’impeachment. Con una popolarità all’8%, la Rousseff è accusata di falsificazione del bilancio statale.

Video: emblematica dichiarazione di voto della deputata Raquel Muniz (fonte: ilRestodelCarlinho)

NEL BREVE PERIODO– La palla adesso passa al Senato: dopo la lettura delle pagine del processo, avvenuta oggi, la camera alta dovrà formare una commissione speciale formata da 21 senatori. Entro 48 ore dalla sua creazione, la commissione si riunirà per eleggere un proprio presidente e un relatore. Tra i papabili favoriti cui affidare la relazione accusatoria ci sono Eunício Oliveira (PMDB) e Antonio Anastasia (PSDB): il primo del partito del vice-presidente Temer, il secondo membro dell’opposizione nonché proveniente dal Minas Gerais, stesso governatorato di nascita della presidente. A partire dal 25 aprile, la commissione avrà fino a 10 giorni per presentare parere favorevole o meno al processo d’impeachment.
A quel punto, dapprima la commissione dovrà votare quello stesso parere che in caso di voto favorevole sarà sottoposto alla votazione del Senato in sessione plenaria. Per procedere con l’impeachment basterebbe la maggioranza semplice degli 81 parlamentari, in caso contrario il processo si fermerebbe. Questa votazione è prevista per la seconda settimana di maggio.

NEL LUNGO PERIODO – Tenendo conto di questo possibile scenario, Dilma Rousseff a quel punto sarebbe allontanata dalla presidenza per 180 giorni, sostituita dal vice-presidente Michel Temer, il cui partito (Partito del Movimento Democratico Brasiliano – PMDB) è passato all’opposizione. Durante l’arco di questo periodo, la commissione speciale del senato analizzerà le accuse e la difesa senza nessuna scadenza definita. La Rousseff ha già annunciato che sarà lei in persona a difendersi nelle sessioni del Senato. Finito tal periodo sarà prodotto un nuovo documento dalla commissione che verrà sottoposto sia al voto di quest’ultima che al Senato. Se 54 degli 81 senatori, ossia 2/3, si pronunceranno a favore dell’allontanamento definitivo della presidente, Dilma dovrà rinunciare alla presidenza e non potrà candidarsi per otto anni. La presidenza passerebbe allora nelle mani di Temer fino al 2018. In caso contrario, il processo sarebbe annullato e Dilma potrebbe tornare al suo incarico.

IL VICE PRESIDENTE TEMER – Per quanto Temer sia stato abile nel gestire l’indebolimento dell’esecutivo di cui fa ancora parte, traendone vantaggio politico e spianandosi la strada per la presidenza, è una figura politica molto debole sia nel Parlamento e ancor più nel Paese. Dovrebbe riuscire nell’arduo compito di formare una coalizione, tra i 27 partiti del parlamento brasiliano e serrare le fila del PMDB, nonostante i parecchi malumori interni: Sette parlamentari pemedebisti hanno votato no all‘impeachment e tra questi c’è anche il capo gruppo alla camera Leonardo Picciani. Come evidenziato da un’analisi dell’Economist, la forza dell’attuale vice-presidente è indebolita dall’immagine stessa del suo partito: il Pmdb è coinvolto in quasi tutti gli scandali di corruzione ed ha un presidente della Camera, Eduardo Cunha anch’egli indagato e con 40 milioni di dollari in conti segreti in Svizzera. Se a ciò si aggiunge il fatto stesso che Temer sia citato nell’operazione Lava Jato e sia nel mirino nel STE (Supremo Tribunale Elettorale) per l’utilizzo di fondi illegali per finanziare la campagna elettorale, si può tranquillamente evincere quale siano le chances di stabilità di un governo a guida PMDB. Governo che dovrà gioco forza elaborare riforme all’insigne dell’austerità per il rilancio dell’economia; austerità che non potrà certo favorire un buon risultato alle elezioni locali di ottobre.

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Fig. 1 – Michel Temer potrebbe prendere il posto di Dilma se la procedura di impeachment dovesse andare a buon fine

FUTURO DI UNA GIOVANE DEMOCRAZIA – Dalle analisi degli esperti ascoltati da BBC Brasil, emergono tutte le contraddizioni dell’attuale fase di instabilità politica. James Green, professore di storia brasiliana alla Brown University, asserisce che l’esito finale della votazione della camera dipenderà dal destino di Cunha e dei membri della commissione d’impeachment accusati di corruzione. Green argomenta che un’eventuale condanna di Cunha mostrerebbe alla popolazione che il principale fautore dell’impeachment è corrotto, e dunque non possiede la credibilità per condurre tal processo. Il professore è uno dei firmatari di un manifesto, che ha provocato una scissione all’interno dell’americana Brazilian Studies Association, il cui contenuto avverte del ”rischio che la retorica anticorruzione sia utilizzata per destabilizzare un governo recentemente eletto democraticamente, aggravando la crisi politica ed economica del Paese.
João Augusto Castro Neves del dipartimento America Latina del think-thank Eurasia, afferma che se la vittoria elettorale della coppia Rousseff-Temer sarà invalidata dal STE per irregolarità, in futuro in pochi si ricorderanno dell’impeachment. Secondo Neves, nel caso l’impeachment andasse a buon fine, vi sarebbe la fine di un ciclo iniziato nel 1985 con la fine della dittatura e che ha portato i tre grandi partiti (PMDB,PSDB e PT) alla presidenza.
Ad ogni modo la Rousseff ha indetto ieri una conferenza stampa dalla quale si è evinto che per l’ex guerrigliera la battaglia politica è appena incominciata. La presidenta ha parlato di una riorganizzazione della battaglia parlamentare al Senato che la vedrà coinvolta in prima persona oltre a ribadire i principi antidemocratici dell’impeachment definito come colpo di stato. Sebbene legittimo formalmente e sostanzialmente, una disfatta finale per la Rousseff per via delle pedaladas fiscais sarebbe quanto meno paradossale considerando il grado di presentabilità di tutti gli altri partiti, incluso il PT. Questa diatriba nazionale, è lungi dall’essere conclusa: nel 1991 l’ex presidente Collor de Mello fu deposto attraverso l’impeachment con solo 38 voti contrari; fuori dal palazzo del Plano Alto non c’era nessuno a manifestare. Domenica sera, milioni di brasiliani, di entrambe le fazioni erano nelle piazze di tutto il Brasile.

Emiliano Caliendo

[box type=”shadow” align=”aligncenter” class=”” width=””]Un chicco in più

Alcune delle dichiarazioni di voto dei parlamentari brasiliani (Fonte: The Economist):

  • Per il compleanno di mia nipote
  • Per i fondamenti del cristianesimo
  • Per Bruno e Felipe
  • Per i Massoni del Brasile
  • Per i produttori rurali, perché se non si piantano non ci sarà né il pranzo né la cena
  • A causa della proposta che i bambini possono avere procedure di cambiamento di sesso [pur] a scuola
  • Per terminare la redditività dell’essere disoccupati o di un perdigiorno
  • Per la congregazione della “Quadrangolare” [una chiesa evangelica]
  • Per anziani e bambini
  • Per porre fine alla dipendenza del benessere
  • Per mia madre Lucimar
  • Per un rinnovamento carismatico
  • Per i medici brasiliani
  • Per porre fine al CUT [il più grande raggruppamento brasiliano dei sindacati]
  • Per l’amore di questo paese
  • Per porre fine allo scandalo Petrobras e quelli che traggono profitto da esso
  • Per la Repubblica di Curitiba [a capitale dello stato brasiliano; Sérgio Moro, il giudice che conduce le indagini sulla corruzione del gigante del petrolio controllata dallo stato, Petrobras]
  • In memoria di mio padre
  • Per Campo Grande [la capitale dello stato del Mato Grosso do Sul], la più bella bruna del Brasile
  • Per il controllo delle armi
  • A causa del comunismo che minaccia il paese
  • Per le persone, pionieri senza paura  dello stato di Rondônia
  • Per BR 429 [una autostrada interstatale]
  • Per tutti gli assicuratori
  • Per mia figlia non ancora nata Manuela
  • Per mia nonna di 93 anni che è a casa
  • In omaggio al giorno di fondazione della mia città
  • Per la pace a Gerusalemme
  • Per il migliore stato, Tocantins
  • Per mia madre, che al momento sta combattendo per la sua vita
  • Per il settore che genera ricchezza: agro-alimentare
  • Per mio figlio Breno e la mia amata polizia militare di San Paolo
  • Per i militari del 1964 [che hanno preso il controllo del Brasile in un colpo di stato]
    In modo che non diventiamo rossi come in Venezuela e Corea del Nord
  • Per mio padre di 73 anni che mi ha insegnato i principi della Parola di Dio
  • Per Sandra, per Erica, per Vítor, per Jorge, e per la mia nipote che sta manifestando
  • Per il mio stato di San Paolo, governato negli ultimi 20 anni da politici onesti dal mio partito
  • Per mia moglie e mia figlia, che sono il mio elettorato principale
  • Come omaggio alle  mie sole ricchezze, le mie figlie
  • Per la fine dei “colonnelli” [i grandi proprietari terrieri e le famiglie ricche che regola efficacemente gran parte del nord e nord-est del Brasile]

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Emiliano Caliendo
Emiliano Caliendo

Vivo a Napoli dove studio Scienze Politiche e Relazioni Internazionali alla Federico II, sono appassionato di geopolitica dell’America Latina e del Vicino Oriente, di cui seguo costantemente le complicate vicende. Un viaggio in Brasile ha fatto esplodere la passione per quella parte di mondo, della quale per ora mi limito a scrivere dalla lontana Europa sperando di poter analizzare il tutto un po’ più da ”vicino” un giorno.

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