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Ndrangheta s.p.a. – Le ramificazioni europee (IV)

Con la strage di Duisburg del 2007, agli occhi dell’opinione pubblica si realizza il definitivo sdoganamento della ‘Ndrangheta da fenomeno puramente “nazionale” ad una vera e propria multinazionale del crimine organizzato

DOVE IMPRENDE IL MALAFFARE – Seguendo le rotte dell’immigrazione dal nostro Paese nel secolo scorso, attraverso vere e proprie metastasi delocalizzate, la Ndrangheta si è tramutata in una holding con aree di interesse e basi logistiche sparse per il mondo, approfittando della deregolamentazione di molti sistemi economici esteri e dei mercati finanziari e instaurando nel tempo strategiche alleanze con le più importanti organizzazioni criminali autoctone.
I dati attuali parlano di almeno 380 famiglie distribuite nei vari continenti, con oltre 50.000 affiliati ed un profitto illecito annuo che il Centro Studi Eurispes stima in 44 miliardi di euro. E’ presente in tutti i continenti, ricicla denaro in ogni angolo d’Europa, in America del Nord ed Australia, controlla le rotte del narcotraffico dal Sud America, scambia stupefacenti ed armi in Asia, smaltisce rifiuti tossici e radioattivi in Africa, arrivando a mettere le mani su diamanti e altri materiali pregiati.

Presenza della Ndrangheta nel Mondo - Fonte: Elaborazione Transcrime
Fig. 1 – Presenza della Ndrangheta nel Mondo – Fonte: Elaborazione Transcrime

FRANCIA – Le indagini del R.O.S. dell’Arma dei Carabinieri hanno evidenziato in Costa Azzurra l’esistenza di un organismo definito “camera di passaggio” (con funzioni anche di “camera di controllo”) deputato a:

  • garantire sinergie logistiche ed operative a sostegno delle attività illecite nella regione;
  • coordinare le presenze, gli arrivi e i transiti degli affiliati dal territorio italiano a quello francese, fungendo all’occorrenza come una sorta di unità di crisi per coloro che si trovino in difficoltà;
  • regolare i rapporti con le locali calabresi operanti nelle località di Nizza, Antibes e Mentone.

La Costa Azzurra, per la sua particolare collocazione geografica, rappresenta una zona strategica per la ‘Ndrangheta: il controllo di quest’area consente infatti di esercitare un controllo sulle rotte terrestri di importazione delle sostanze stupefacenti dalla Spagna e offre significative opportunità di reinvestimento dei proventi illeciti nelle località costiere (settore edilizio ed immobiliare). La sua “colonizzazione” comincia negli anni Settanta e vi gioca un ruolo centrale la cellula locale di Ventimiglia.

GERMANIA – La posizione geografica della Germania ha permesso alla ‘Ndrangheta di godere da una parte di un collegamento diretto con l’Olanda (dove le droghe sintetiche vengono prodotte direttamente e con la disponibilità di un porto come quello di Rotterdam), dall’altra della vicinanza con le fonti balcaniche di approvvigionamento di armi e di eroina. Se aggiungiamo anche la presenza di zone ricche economicamente come i lander del Nordrhein-Westfalen, Bayern e il Baden-Wurttemberg, territori ottimali per il riciclaggio attraverso l’imprenditoria immobiliare e la ristorazione, è facile comprendere quale potenziale attrattivo abbia esercitato questa nazione sull’organizzazione. Le numerose indagini coordinate con il B.K.A. hanno permesso di evidenziare:

  • l’esistenza di locali in Singen-Rielsingen, Francoforte, Ravensburg, Engen, Stoccarda;
  • la cospicua presenza di camerieri/cuochi italiani, originari di San Luca e Locri, da lungo tempo ivi residenti ed impiegati nei ristoranti italiani, che risultano intestatari di patrimoni assolutamente ingiustificabili con il loro reddito;
  • le attività di ristorazione, oltre a consentire rapide entrate, giustificano la necessità di importare materie prime dall’Italia, generando pertanto un trasporto di routine, costante e bilaterale, che può facilmente fungere da copertura per altre merci di scambio illegale.

Osservando poi la disposizione dei sodalizi e la mappatura dei ristoranti, emerge una loro rilevante concentrazione in prossimità dei confini con l’Olanda e la Svizzera, funzionale tanto al traffico di materiale illecito (stupefacenti, armi, valuta….) quanto agli investimenti finanziari, all’infiltrazione negli appalti pubblici e alle estorsioni. Una delle principali cosche operanti, gli Arena da Isola di Capo Rizzuto, ha saputo penetrare talmente a fondo nel tessuto della società civile da essere in grado di controllare i voti degli italiani all’estero, condizionando anche le elezioni politiche italiane nell’aprile 2008. La potenza economica raggiunta ha permesso, secondo un rapporto del 2006 dei servizi di intelligence tedeschi (BND), anche alcune operazioni finanziarie alla Borsa di Francoforte che avrebbero portato all’acquisizione di cospicui pacchetti azionari di diverse società energetiche straniere, prima tra tutte il colosso russo Gazprom.

Presenza della 'Ndrangheta in Europa - Fonte: Elaborazione Transcrime
Fig.2 – Presenza della ‘Ndrangheta in Europa – Fonte: Elaborazione Transcrime

SVIZZERA – Il riciclaggio delle cosche passa anche attraverso i grandi circuiti finanziari internazionali, che in Svizzera trovano una legislazione favorevole (specie per la tutela del segreto dietro all’utilizzo di società offshore gestite da prestanome) ed un nodo nevralgico di coordinamento per i numerosi consulenti finanziari che vi lavorano. Storicamente, poi, ha sempre rappresentato un territorio di transito di ingenti partite di armi acquistate nei paesi dell’Est, quali la Bulgaria e l’Ungheria.

ALTRE NAZIONI – Per quanto riguarda la penisola iberica (Spagna e Portogallo), i settori principali in cui le cosche preferiscono investire sono quello turistico ed immobiliare, soprattutto sulle coste mediterranee (Costa del Sol e Costa Brava), Barcellona, Malaga e le Isole Canarie. Secondo quanto asserito dal sostituto procuratore Nicola Gratteri in una recente conferenza, in Spagna le ‘ndrine gestiscono poi veri e propri centri di stoccaggio in cui arrivano a depositare duemila, tremila chili di cocaina pura al 90% per volta. Droga che giunge dal Centro e Sud America attraverso la Guinea Bissau, mentre l’hashish dalle coste nordafricane.
L’investimento nel settore immobiliare è rilevante anche in Belgio, Olanda e Gran Bretagna (Londra in primis), come riciclaggio del narcotraffico. Nel 2004, i clan di San Luca e di Rosarno avrebbero riciclato diversi milioni reinvestendoli nell’acquisto di un intero quartiere a Bruxelles. Assolutamente strategica poi l’importanza del porto di Rotterdam per la rete logistica del narcotraffico: qui, nonostante gli ingenti sequestri effettuati fino ad oggi, tonnellate di cocaina purissima continuano a giungere dal Sud America per essere distribuite in tutto il vecchio continente.

Gianni Cavallo

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Un chicco in più

Questo articolo fa parte del più ampio progetto editoriale Ndrangheta S.p.A: analisi del crimine organizzato nel XXI° secolo, vi invitiamo a leggerlo sulle nostre pagine:

Per chi volesse approfondire i temi trattati consigliamo inoltre la consultazione delle pubblicazioni edite dal centro di ricerca Transcrime, disponibili in italiano e in inglese.

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Foto: marcogiannini

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Gianni Cavallo
Gianni Cavallo

Ufficiale dei Carabinieri dal 2004, laureato in Fisica presso l’Università “La Sapienza” di Roma con una tesi in astrofisica sulle polveri interstellari, attualmente laureando in “Scienza della sicurezza interna ed esterna” presso l’Università “Tor Vergata” di Roma con una tesi in diritto internazionale sulla questione di legittimità dell’attacco armato contro l’Isis in Siria ed Iraq. Passioni tante (viaggi, pittura, teatro, letture, musica tutta…dai Prodigy a Beethoven…e poi quella sottile vena di masochismo che mi porta per il calcio a tifare Roma), sempre in lotta con l’orologio e spesso con la valigia in mano, accompagnato da una profonda curiosità che mi fa sentire un po’ bambino un po’ scienziato. Se è vero che “la verità ama mascherarsi”, a me piace inseguire i suoi passi e cambiarmi d’abito, per raccogliere di volta in volta le sue confidenze dai volti che incontro, che osservo e che ascolto.
Il contenuto dei miei articoli rispecchia le mie opinioni personali e non è in alcun modo riconducibile alle posizioni espresse dall’Arma dei Carabinieri.

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