Miscela Strategica – Mostriamo l’ampia varietà di pattern operativi proposti da alcuni gruppi jihadisti attivi in Libia: la filiale di Derna dello Stato Islamico, la brigata Abu Slim della stessa città, e Ansar al-Sharia di Bengasi. Nell’analizzare quanto avviene nei vari Paesi MENA toccati da insorgenze di matrice jihadista si è ormai resa chiara agli occhi di ogni osservatore la necessità di abbandonare la semplicistica etichetta di “terrorismo islamico” per poter invece comprendere gli avvenimenti alla luce di più chiari modelli interpretativi.
MAJLIS SHURA SHABAB AL-ISLAM – L’8 Aprile 2014 ventisei veicoli corazzati con a bordo centoventisei combattenti mascherati sfilavano nelle vie di Derna per annunciare la nascita di Majlis Shura Shabab al-Islam (MSSI), un gruppo islamista fondato da ex combattenti libici precedentemente impegnati in Siria, Mali e Algeria. Nei giorni a seguire, il porto, le vie principali e gli edifici istituzionali della città sono stati progressivamente presi e controllati dal gruppo. Nella sezione sesta del suo documento istitutivo, MSSI dichiara che il suo obiettivo primario è quello della predicazione di una dottrina finalmente “khaliyya min shibhat”, ossia scevra di sospetti. Così è stato fondato a Giugno un comitato sciariatico, teso alla risoluzione delle dispute, e alcune pattuglie sono state inviate nei bar della città alla ricerca di alcool e persone in stato di ebbrezza. Già il 22 Giugno MSSI dichiarava fedeltà allo Stato Islamico: in quello stesso periodo iniziò a intensificare le sue attività e renderle pubbliche. Il 19 Agosto, ad esempio, mentre alcuni miliziani frustavano dei consumatori di alcool davanti a un bar, centinaia di persone che si trovavano allo stadio per assistere a una partita di calcio videro l’esecuzione di un egiziano accusato dell’uccisione di un negoziante di Derna. La strada verso il riconoscimento ufficiale da parte del Califfato era stata spianata e i tempi erano già maturi. Nel frattempo, però, a Derna altre entità rivendicavano la loro primazia in fatto di autorità urbana.
Fig.1 – Auto distrutta dai combattimenti a Derna
LA BRIGATA DEI MARTIRI DI ABU SLIM – Abu Slim è una brigata di combattenti libici che si è formata durante le rivolte e la transizione libica dell’ultimo periodo Gheddafiano. Guidata dal carismatico Salim Derby, il suo obiettivo è quello di offrire una solida governance su base islamica. Prima della fondazione dell’MSSI, Abu Slim offriva servizi di protezione alle banche, alle pompe di benzina, ai supermercati e pattugliava i mezzi per i rifornimenti più importanti (carburanti soprattutto). La differenza ideologica principale fra Abu Slim e MSSI sta nel carattere locale della loro entità: mentre l’MSSI si ritiene solo una delle tante falangi di un movimento globale, Abu Slim non ha alcuna intenzione di espandersi e men che meno di allearsi con attori non libici. Inoltre, se l’MSSI è disposto a collaborare solo con i gruppi che dichiarino fedeltà al Califfato, Abu Slim riconosce l’esistenza di un interesse condiviso superiore, per questo aiuta e riceve aiuto da altri gruppi islamici di Derna, primo su tutti Jaysh al-Libi. Non a caso, fattasi pressante la presenza dello Stato Islamico, Salim Derby ha fondato il Consiglio Consultivo dei Mujahedin di Derna e Sobborghi, al fine di creare una milizia in grado di fermarne l’avanzata. L’escalation fra i due gruppi è stata catalizzata da una serie di accuse bilaterali: MSSI ha più volte rimproverato ad Abu Slim di collaborare con il governo di Tobruk e di offrire protezione a diversi suoi esponenti. Quando l’MSSI chiese alla Brigata dei Martiri di sciogliersi e giurare fedeltà a Baghdadi, questi risposero con una serie di uccisioni fra i vertici dell’MSSI. Fu a questo punto che il legame fra lo Stato Islamico e l’MSSI si rese evidente, prima ancora del riconoscimento ufficiale del 10 Novembre. Infatti la brigata Battar, ossia una fazione di combattenti libici presente in Siria fra le fila del Califfato, si intromise nella questione di Derna dichiarando apostati i combattenti di Abu Slim.
UN CONFRONTO – A prescindere dalle già viste differenze di impostazione ideologica, il modello operativo proposto dai due gruppi è diametralmente opposto. MSSI ha ripreso appieno la metodologia dello Stato Islamico (forse un’azione necessaria per poterne far parte come primo gruppo cronologicamente riconosciuto), ricercando subito la governance e il rispetto delle proprie disposizioni anche in una situazione di quasi impercettibile autorità territoriale. Abu Slim, invece, si basa sull’erogazione di servizi come fonte primaria di legittimità, ed è disposto a una governance non esclusiva da attuare a lungo termine in linea con il volere espresso dalla comunità. Inoltre lo strumento militare, essenziale nella logica dell’MSSI, è solo una possibilità da considerare in determinate missioni di sicurezza per quanto riguarda Abu Slim. Ansar al-Sharia, che abbiamo già visto, è una realtà a sua volta diversa dalle due finora analizzate.
Questa crede nel ruolo della da‘wa (proselitismo) al fine di sensibilizzare e preparare le popolazioni all’arrivo di uno Stato gestito su base sciariatica. Solo quando i tempi sono maturi e la sua posizione percepita legittima, infatti, Ansar al-Sharia si impone sul territorio con attività militari e di governance. Non è chiaro se dopo la morte del suo leader Zahawi e le tante defezioni verso IS oggi il gruppo abbia mantenuto tale agenda. Sono però diversi gli abitanti di Bengasi che spiegano come Ansar al-Sharia abbia finora agito su chiamata: se ad esempio viene organizzato un matrimonio, allora Ansar al-Sharia si occupa della sicurezza. Proseguendo su questa via, ha aperto nella città alcune corti islamiche e istituito dei servizi di assistenza, sussidio e polizia. Dal punto di vista del franchising, il gruppo sembra disposto ad alleanze transnazionali, seppur rimanendo in un contesto prettamente maghrebino e non globale.
Marco Arnaboldi
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Foto: Magharebia